LOVE DEATH AND ROBOTS. (2019)
(serie d'animazione)
Creato da: Tim Miller
Regia di: (registi vari)
Produttori: David Fincher, John J. Kelly, Cara Speller
Produzione: Blur Studio, Netflix
Animazioni: Blur Studio, Blow Studio, Studio La Cachette, Unit Image, Reddog Culture House, Able & Baker, Axis Studios, Platige Image, Sony Pictures Imageworks, Passion Animation Studios, Sun Creature Studio, Digic Pictures, Atoll Studio, Unit Image, Blink Industries, Polygon Pictures, Buck, Titmouse
Edizione Italiana: Netflix
Episodi: 35 - 3 stagioni
USCITA ITALIANA: 15 MARZO 2019
Prendete alcuni dei più talentuosi studios d'animazione indipendenti e non, sparsi in tutto il globo, commissionate loro un corto seguendo un tema composto da tre semplici parole e mettete in testa a tutto un mito come Tim Miller, con i suoi geniali Blur Studios, e il grande regista David Fincher. Ecco a voi Love, Death & Robots.
Dedicato esclusivamente ad un pubblico adulto, questo progetto prodotto da Netflix, è uno dei pochi che affronta dei temi di solito lontani dal mondo dell'animazione, tra cui violenza, guerra e non solo, sempre su sfondi fantascientifici, con episodi auto-conclusivi che esplorano l'animo umano, futuri distopici, realtà alternative e molto altro. Un mix ben calibrato di azione e ottime caratterizzazioni, contornate da pochi dialoghi e i cui protagonisti assoluti sono gli artisti che hanno prodotto le immagini.
Una prova di forza, un esercizio di stile lungo pochi minuti, con un livello di difficoltà molto alto, che testa l'estro degli studios, dalla capacità dei singoli artisti ai server che hanno calcolato ogni singolo pixel. Nomi importanti come gli americani Sony Pictures Imageworks, i polacchi Platige Image, gli scozzesi Axis Animation, gli inglesi Passion Animation Studios, i danesi Sun Creature Studio, gli spagnoli Blow Studio, i coreani Reddog Culture House e molti altri, sia mainstream che indipendenti, con gli americani Blur Studios sia autori che coordinatori di tutti i progetti, studios fondati dal visionario Tim Miller, a capo di questo progetto prodotto da Netflix.
Un progetto diretto, ovviamente, al solo pubblico adulto, che è una gioia per gli occhi e non solo. Una collezione di corti con storie auto-conclusive di ottima fattura, tutte, più o meno, emozionanti, originali e, spesso, dai forti contenuti. Una serie di storie che, nella media, superano la sufficienza, con alcune che elevano di molto il punteggio, mentre sul lato realizzativo l'utilizzo di computer grafica 3D la fa da padrone, con poche eccezioni di animazioni bidimensionali e una tendenza al foto-realismo assoluto o poche variazioni verso il mondo dei videogame, mondo in cui Blur Studios sono padroni. Una produzione unica per temi e qualità che ha pochi progetti simili prodotti e di cui si sente la necessità. Da vedere e consigliare.
STAGIONE DUE:
La nuova stagione ci porta un minor numero di episodi ma non di qualità, con le immagini questa volta realizzate solamente con computer grafica 3D. Le storie spaziano tra passato ed estremo futuro, con ambientazioni tutte diverse tra loro, tra sovraesposizioni o inquietanti tenebre. Interessante la firma di Jennifer Yuh Nelson nell'episodio "Pop Squad". Impressionante invece il livello di dettaglio, soprattutto nelle espressioni facciali (vero tallone di Achille delle produzioni CG) imposto dai parigini Unit Image nel corto "Snow in the Desert", tra i migliori studios del panorama mondiale. Miller stesso firma un ultimo e più intimista corto, "The Drowned Giant", più un demo della qualità che i Blur Studios producono.
STAGIONE TRE:
Rispetto al livello nettamente inferiore della seconda stagione principalmente per i contenuti delle storie, la terza impone qualità e ritmi non solo superiori ma anche con un comparto visivo sempre meno indistinguibile dalla realtà. In campo scendono grandi nomi come il regista vincitore di un Oscar Patrick Osborne, la candidata all'Oscar Jennifer Yuh Nelson, o gli stessi produttori di questa serie David Fincher e Tim Miller, con storie molto ben scritte, spesso crude e senza filtri, insieme a realizzazioni semplicemente impressionanti. Non si può non rimanere colpiti da opere come Jibaro, Swarm o Bad Travelling con le animazioni CG prodotte dai Blur Studios, o le impressionanti animazioni bidimensionali di Kill Team Kill dirette da Jennifer Yuh Nelson per opera degli studios Titmouse. L'asticella viene posta sempre più in alto.
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(2019)
(serie d'animazione)
Creato da:
Tim Miller
Regia di: (registi vari)
Produttori:
David Fincher, John J. Kelly, Cara Speller
Produzione:
Blur Studio, Netflix
Animazioni:
Blur Studio, Blow Studio, Studio La Cachette, Unit Image, Reddog Culture House, Able & Baker, Axis Studios, Platige Image, Sony Pictures Imageworks, Passion Animation Studios, Sun Creature Studio, Digic Pictures, Atoll Studio, Unit Image, Blink Industries, Polygon Pictures, Buck, Titmouse
Edizione Italiana:
Netflix
Episodi:
35 - 3 stagioni
USCITA ITALIANA: 15 MARZO 2019
Prendete alcuni dei più talentuosi studios d'animazione indipendenti e non, sparsi in tutto il globo, commissionate loro un corto seguendo un tema composto da tre semplici parole e mettete in testa a tutto un mito come Tim Miller, con i suoi geniali Blur Studios, e il grande regista David Fincher. Ecco a voi Love, Death & Robots.
Dedicato esclusivamente ad un pubblico adulto, questo progetto prodotto da Netflix, è uno dei pochi che affronta dei temi di solito lontani dal mondo dell'animazione, tra cui violenza, guerra e non solo, sempre su sfondi fantascientifici, con episodi auto-conclusivi che esplorano l'animo umano, futuri distopici, realtà alternative e molto altro. Un mix ben calibrato di azione e ottime caratterizzazioni, contornate da pochi dialoghi e i cui protagonisti assoluti sono gli artisti che hanno prodotto le immagini.
Una prova di forza, un esercizio di stile lungo pochi minuti, con un livello di difficoltà molto alto, che testa l'estro degli studios, dalla capacità dei singoli artisti ai server che hanno calcolato ogni singolo pixel. Nomi importanti come gli americani Sony Pictures Imageworks, i polacchi Platige Image, gli scozzesi Axis Animation, gli inglesi Passion Animation Studios, i danesi Sun Creature Studio, gli spagnoli Blow Studio, i coreani Reddog Culture House e molti altri, sia mainstream che indipendenti, con gli americani Blur Studios sia autori che coordinatori di tutti i progetti, studios fondati dal visionario Tim Miller, a capo di questo progetto prodotto da Netflix.
Un progetto diretto, ovviamente, al solo pubblico adulto, che è una gioia per gli occhi e non solo. Una collezione di corti con storie auto-conclusive di ottima fattura, tutte, più o meno, emozionanti, originali e, spesso, dai forti contenuti. Una serie di storie che, nella media, superano la sufficienza, con alcune che elevano di molto il punteggio, mentre sul lato realizzativo l'utilizzo di computer grafica 3D la fa da padrone, con poche eccezioni di animazioni bidimensionali e una tendenza al foto-realismo assoluto o poche variazioni verso il mondo dei videogame, mondo in cui Blur Studios sono padroni. Una produzione unica per temi e qualità che ha pochi progetti simili prodotti e di cui si sente la necessità. Da vedere e consigliare.
STAGIONE DUE:
La nuova stagione ci porta un minor numero di episodi ma non di qualità, con le immagini questa volta realizzate solamente con computer grafica 3D. Le storie spaziano tra passato ed estremo futuro, con ambientazioni tutte diverse tra loro, tra sovraesposizioni o inquietanti tenebre. Interessante la firma di Jennifer Yuh Nelson nell'episodio "Pop Squad". Impressionante invece il livello di dettaglio, soprattutto nelle espressioni facciali (vero tallone di Achille delle produzioni CG) imposto dai parigini Unit Image nel corto "Snow in the Desert", tra i migliori studios del panorama mondiale. Miller stesso firma un ultimo e più intimista corto, "The Drowned Giant", più un demo della qualità che i Blur Studios producono.
STAGIONE TRE:
Rispetto al livello nettamente inferiore della seconda stagione principalmente per i contenuti delle storie, la terza impone qualità e ritmi non solo superiori ma anche con un comparto visivo sempre meno indistinguibile dalla realtà. In campo scendono grandi nomi come il regista vincitore di un Oscar Patrick Osborne, la candidata all'Oscar Jennifer Yuh Nelson, o gli stessi produttori di questa serie David Fincher e Tim Miller, con storie molto ben scritte, spesso crude e senza filtri, insieme a realizzazioni semplicemente impressionanti. Non si può non rimanere colpiti da opere come Jibaro, Swarm o Bad Travelling con le animazioni CG prodotte dai Blur Studios, o le impressionanti animazioni bidimensionali di Kill Team Kill dirette da Jennifer Yuh Nelson per opera degli studios Titmouse. L'asticella viene posta sempre più in alto.